lunedì 17 dicembre 2012

Stazione di Piazza Repubblica | Cagliari

Progetto: Stazione di Piazza Repubblica, Metropolitana leggera di Cagliari 
Progettisti: Studio di Architettura Ortu e Pillola Associati, Ing. F. Cadeddu,Ing. E. Erdas, Per. Ind. Italo Angius, Ing. Cristiano Murru, Per. Ind. Sandro Manca.
Ubicazione: Cagliari
Anno di costruzione: 2005 - 2008




Il progetto:
La nuova stazione “metrocagliari” di Piazza della Repubblica a Cagliari, è il capolinea della prima tratta della metropolitana leggera che collega il settore ovest della città con gli abitati di Pirri e Monserrato.
L'edificio chiude l'angolo tra la commerciale Via Dante e Piazza della Repubblica, dove ha sede il tribunale. L'involucro esterno dell'edificio è organizzato geometricamente sul passo delle strutture preesistenti; le pareti, prevalentemente piene, sono separate dagli edifici limitrofi da aperture verticali a tutta altezza schermate da frangisole. L'ingresso da Piazza della Repubblica è preceduto da uno spazio pedonale, caratterizzato anch'esso da una composizione geometrica essenziale e dal colore bianco del calcare sardo. Le superfici del piano terra sono completamente vetrate in modo che dall'esterno si colga con chiarezza la funzione della fermata (in questo modo si è potuto almeno in parte recuperare un aspetto della prima versione del progetto che prevedeva la fermata dei tram spinta fin sulla piazza e protetta da una grande pensilina). L'interno della stazione si articola intorno ad un pensilina metallica che segue l'ampia curva con cui i binari si addentrano nel tessuto urbano. Un spazio a cielo aperto precede la banchina. Questa serve due binari racchiusi da una serie di portali in cemento armato, posti a delimitazione dello spazio su cui si affaccia il retro dei palazzi del quartiere. L'articolazione dello spazio interno dell'edificio e delle sue strutture portanti, è pensato in funzione del possibile prolungamento della linea tranviaria verso il centro della città.







Fonte: http://www.ortupillola.it/progetti/repubblica/sintetica.php
Fotografie: Benimagine

domenica 18 novembre 2012

Parco dei suoni | Riola Sardo

Progetto: Parco dei suoni
Progettisti: Arch. Pierpaolo Perra, Arch. Alberto A. Loche 
Ubicazione: Riola Sardo
Anno di costruzione: 2003 - 2005



 
Il progetto:
Il recupero delle cave di arenaria dismesse di Su Cuccuru Mannu destinate a parco tematico sonoro persegue un proposito di “riscatto” e riappropriazione di questo sito: dalla condizione precedente di degrado, di discarica, a quella dell’espressione, attraverso i suoni e la musica. In questo senso, gli spazi degradati, rigidi e strutturalmente vincolati alla loro condizione originaria, perfino nell’immagine, offrono, spostando il punto di vista interpretativo, una insospettata adattabilità: la loro natura di impressionante cavità, prima ingombra di detriti, suggerisce una mutazione dalla forte valenza evocativa.
Il progetto coniuga diverse esigenze: la tutela ambientale, l'espressione artistica e l’applicazione di tecnologie sofisticate. Il tema sonoro costituisce la “spina dorsale” del progetto: lo spazio si articola in un insieme di percorsi sonorizzati che attraversano gli spazi delle cave e le aree circostanti. Le sistemazioni sono in massima parte a cielo aperto, mirate a realizzare ambienti ad alto contenuto evocativo sotto forma di “sculture sonore” e installazioni. Il centro visite del parco, di complessivi 600 mq, garantisce al visitatore i servizi informativi e di supporto: l'atrio d'ingresso, la sala polifunzionale, il book shop, la sala per consultazioni multimediali, la caffetteria snack, gli uffici, i servizi igienici e un ampio magazzino.
Il corpo architettonico è completamente inserito entro il profilo del terreno e non altera la morfologia originaria del paesaggio; dall'interno il prospetto costituisce una parete dell'invaso della cava ed il loggiato, costituito da una sequenza irregolare di piloni in arenaria, di ampiezza e scansione informe, configura una ampia zona ombreggiata. Nell’atrio di accesso, nell’estremità dell’edificio, viene inglobata la parete della cava, che diventa anche il limite dell’ambiente architettonico interno. La sagoma architettonica dell’edificio è intersecata, secondo un processo di sottrazione, da due spazi nei quali si genera un rapporto visivo e di compenetrazione tra ambiente interno ed invaso della cava.







Testo: Arch. Pierpaolo Perra www.archilovers.com/p56040/parco-dei-suoni

domenica 11 novembre 2012

Museo delle ferrovie | Monserrato

Progetto: Museo delle ferrovie Progettisti: Studio di Architettura Ortu e Pillola Associati, Arch. Lucio Ortu (capogruppo), Ing. Fabrizio Cadeddu, Ing. Carlo Capuzzi (strutture), Ing. Giancarlo Casula (impianti), Arch. Ignazio Garau, Arch. Rossella Sanna
Ubicazione: Monserrato
Anno di costruzione: 1995 - 1996



Il progetto:
 Il Museo della Ferrovia si trova a Monserrato, comune dell'hinterland cagliaritano, al margine della vasta area occupata dalla scalo ferroviario delle FdS (Ferrovie della Sardegna). Il museo raccoglie i materiali e i documenti relativi alla storia delle ferrovie secondarie in Sardegna: documenti e materiali relativi alla costruzione delle linee ferroviarie (disegni d'epoca e plastici); documenti e materiali relativi al lavoro (utensili e materiali delle officine); funzionamento delle stazioni d'epoca (abbigliamento e attrezzature del personale, quadri orari e altra documentazione); materiale rotabile storico (progetti meccanici, parti di vecchi rotabili e, soprattutto, alcune locomotive a vapore e carrozze d'epoca magistralmente restaurate). Alcuni di questi rotabili vengono ancora utilizzati dai convogli storici del "Trenino Verde".
Il complesso comprende tre padiglioni sfalsati che si aprono a ventaglio intorno ad una piattaforma girevole per la distribuzione del materiale rotabile. Due padiglioni ospitano i convogli d'epoca; un terzo padiglione (di futura realizzazione) è destinato agli uffici, ad una sala per conferenze, all'esposizione del materiale minuto. Negli spazi di connessione tra i corpi principali sono ricavati l'atrio, i locali di servizio ed i locali tecnici.
Gli edifici, in sintonia con gli edifici vicini, sono in muratura in mattoni a vista listati da calcare bianco e coperti da una volta in metallo. Gli spazi espositivi sono dimensionati in funzione dei piccoli convogli ferroviari e disegnati senza indugiare in nostagliche citazioni. Il rimando alla tipologia della stazione è assolutamente astratto, affidato principalmente ai materiali utilizzati ed agli effetti di luce.
I criteri che hanno ispirato il progetto sono stati principalmente gli aspetti funzionali, rigorosamente rispettosi del programma di concorso, e soprattutto la corretta impostazione dell'illuminazione naturale ed artificiale. La luce penetra attraverso un lucernario continuo nella mezzeria di ciascuna campata e viene riflessa dagli elementi curvi orientabili che la proiettano sull'intradosso degli elementi a sezione ellittica. In questo modo l'illuminazione non è mai diretta e la regolabilità degli elementi mobili consente di trovare nel tempo la direzione dei raggi luminosi più adeguata per ciascuno oggetto esposto. Le grandi vetrate delle testate, che consentono la continuità visiva e spaziale interno-esterno, sono schermate da tende verticali orientabili. L'illuminazione artificiale sfrutta la capacità di riflessione della superficie voltata rivestita in alluminio goffrato.
 

Fonte:
http://www.ortupillola.it/progetti/museo_ferrovia/sintetica.php

Fotografie:
Benimagine








mercoledì 31 ottobre 2012

Acquario | Cala Gonone

Progetto: Acquario di Cala Gonone
Progettisti: Peter Chermayeff e Sebastiano Gaias
Ubicazione: Cala Gonone
Anno di costruzione: 2010



Il progetto:
Confinato nello splendido scenario del Golfo di Orisei fra il mare e le montagne del Supramonte, l’Acquario di Cala Gonone si presenta come un’architettura pensata per abitare e per contenere la natura. Il progetto, ultimato nel luglio del 2010, è firmato dagli architetti Peter Chermayeff e Sebastiano Gaias.
L'opera si integra perfettamente con l’ambiente circostante caratterizzato da rocce , cespugli, olivi selvatici e arbusti di ginepro. La struttura è  composta da semplici moduli lineari realizzati grazie all’impiego di materiali autoctoni, principalmente marmi di Orosei e granito sardo.
Il percorso espositivo composto da 24 vasche guida il visitatore alla scoperta di un mondo difficilmente osservabile in modo diretto e lo sensibilizza alle problematiche ambientali e alla salvaguardia di habitat e specie in pericolo.

Spiccano tra le altre la vasca più grande, con un volume di 350.000 litri, denominata “vasca del mare aperto”, che ricalca i fondali del Mediterraneo, e la “zona delle acque superficiali” una riproduzione della costa rocciosa dei fondali della Sardegna, dove vivono specie che prediligono mimetizzarsi tra gli anfratti naturali. Proprio come fa l’acquario, che tra le rocce, gli alberi e il mare si confonde nel paesaggio sardo, diventandone parte integrante e suo gioiello. 




martedì 30 ottobre 2012

Casa del Mare | La Maddalena

Progetto: Casa del mare
Progettisti: Stefano Boeri Architetti
Ubicazione: La Maddalena
Anno di costruzione: 2009




Il progetto:
Il Palazzo delle conferenze o Casa del mare è un cubo di vetro e acciao con trama a nido d'ape sospeso sull'acqua.
È senza dubbio l’edifico più rappresentativo dell'intero complesso realizzato dal team di architetti, guidati da Stefano Boeri, per ospitare il summit del G8 del 2009 che si doveva tenere a La Maddalena poi spostato all'Aquila. Il progetto complessivo era volto a trasformare La Maddalena in un punto di rinascita turistica sostenibile rilanciando lo sviluppo economico di una zona a lungo segnata dalla servitù militare.
"La Casa del Mare nasce dall’urgenza di imporre ai grandi del Mondo uno sguardo orientato verso le isole dell’Arcipelago. Uno sguardo sulla polifonia e il relativismo, che però a sua volta si espone allo sguardo di tutti, appena filtrato da una trama di vetro che assorbe le variazioni cromatiche del mare e del cielo e dunque mimetizza – senza nasconderla – la scatola sospesa dedicata al Rito."
Si può parlare di un vero e proprio  landmark per l'Arcipelago de La Maddalena che reinterpreta in chiave contemporanea il rapporto tra la potenza della natura circostante e le forme rigorose dell'architettura militare italiana.





www.stefanoboeriarchitetti.net
Foto di Paolo Rosselli, Iwan Baan

lunedì 29 ottobre 2012

Tiscali Campus | Cagliari

Progetto: Tiscali Campus
Progettisti: Arassociati 
Ubicazione: Cagliari
Anno di costruzione: 1985-1992





Il progetto:Ripetizione, unione e variazione sono i concetti a cui ci si è riferiti per comporre il campus, quasi fosse uno spartito musicale, cosicché l’alternanza dei pieni e dei vuoti tra i muri costitutivi del planivolumetrico può essere misurata in analogia alla tastiera di un pianoforte. Tasti neri e tasti bianchi la cui interdipendenza genera suoni e toni diversi; così come diversi risultano essere gli spazi del piano tipologico di questi edifici.

L’insieme dei corpi di fabbrica è trattato omogeneamente partendo da un concetto semplice di aggregazione di parti elementari (corpi in linea) che, nella ripetizione e nella loro unione (corti), concorrono a formare un’unica entità edilizia in forte rapporto con il contesto e di chiara individuazione.
Gli edifici sono costruiti mediante elementi in linea composti da muri o porzioni di muro che seguono la direzione nord/sud nei quali sono aperte delle vetrate prevalentemente orizzontali intervallate da parti piene o semi piene assecondando gli elementi di servizio dei piani (servizi igienici, scale, impianti o innesti).



Tutti gli edifici sono collegati tra loro al piano terra da un porticato aperto che costituisce l’asse principale dell’intervento e che serve anche da passaggio tecnico (nella sua mezzeria corre un condotto ispezionabile) mentre gli spazi tra i diversi corpi di fabbrica sono caratterizzati da vari tipi di corti: talune porticate, altre piantumate come giardini, altre ancora lastricate e disegnate come piazzette; una è segnata in tutto il suo sviluppo dalla presenza dell’acqua. Anche le corti costituiscono un sistema di passaggi e collegamenti agli edifici in grado di diversificare ed ottimizzare i percorsi di attraversamento.

Il centro architettonico del sistema di edifici è rappresentato dal corpo di fabbrica dell’ingresso (foyer e superiore auditorium per 200 persone) e dai due edifici a lui simmetrici prevalentemente destinati ad uffici e sale riunione, ma la specializzazione funzionale ed operativa è rappresentata invece dagli edifici che stanno agli estremi del sistema stesso. In tal senso è stato sviluppato l’edificio autonomo destinato a funzioni di servizio mentre al versante opposto è stata ubicata la “Web-farm”: edificio caratterizzato da una forma compatta e chiusa essendo sostanzialmente il contenitore dei server e dei sistemi data.

I materiali esterni scelti fanno riferimento a quelli della tradizione sarda ma posti in opera mediante tecniche moderne che garantiscono facilità di manutenzione; pertanto per le pareti murarie sono stati proposti rivestimenti in pietra naturale (Trachite rossa) su pareti ventilate con fasce marcapiano in marmo di Orosei. Gli spazi aperti, i giardini interni e l’uliveto sono un complemento all’integrazione ambientale del complesso di edifici del Campus Tiscali, così come le opere artistiche che lo caratterizzano sono una peculiare ricerca, oltre che volontà, di testimonianza estetica di questo nuovo luogo civile.




Testo e foto: www.arassociati.it


Banca CIS (Credito Industriale Sardo) | Cagliari

Progetto: Banca CIS (Credito Industriale Sardo)
Progettista: Arch. Renzo Piano
Ubicazione: Cagliari
Anno di costruzione: 1985-1992





Storia: 
Nel 1985 viene bandito il concorso internazionale per il progetto della nuova sede del Credito Industriale Sardo denominato "Una piazza per Cagliari". Finalità del concorso è quindi quella di realizzare la nuova sede del CIS. realizzata all'interno di una grande piazza:  una "piazza originale e modernamente concepita". Il complesso deve essere quindi concepito come un luogo d'incontro, un punto di riferimento per tutti i cittadini di Cagliari: piazza ed edificio diventano due elementi in totale sintonia, l'unione dell'attività  economica con quella culturale e sociale.
Vengono presentati 130 progetti, il primo premio viene assegnato ex-aequo al progetto di Renzo Piano "Phoenix" e al progetto di team di Alberto Sposito "Alloro". L'incarico del progetto esecutivo è infine affidato a Renzo Piano, la cui proposta viene considerata quella più idonea alle esigenze dell'Istituto e ai vincoli imposti per la realizzazione dell'opera.



Il progetto:
l complesso è strutturato in due parti, quella pubblica ed quella privata: la parte pubblica è costituita da un grande spazio pedonale che diviene piazza e da grandi aree verdi, creando la comunicazione diretta tra la parte di città a monte ed il mare. Lo spazio privato si concretizza nel volume di tre corpi che costituiscono l'edificio vero e proprio del CIS, che copre un'area di circa 2150 mq. Complessivamente la superficie destinata a uffici è pari a 7.200 mq.

I primi due sono corpi bassi, posti a margine dei lati lunghi dell'area, mentre il terzo è posto trasversalmente e sopraelevato rispetto agli altri. Elemento caratterizzante di tutto il progetto e' l'utilizzo della pietra calcarea, che raccorda l'edificio ad altri monumenti-simbolo della citta', quali la Basilica di Bonaria, il Bastione di Saint Remy ed il Municipio. Le buone caratteristiche fisico- meccaniche, data la compattezza e la resistenza alla compressione ed all'usura, ne hanno permesso l'uso oltre che per i rivestimenti esterni, anche per la pavimentazione della grande piazza con diverse lavorazioni.

Per i muretti viene utilizzata la pietra sabbiata a continuazione della pavimentazione della piazza. Nelle torri scala, invece, la pietra diventa bocciardata e un'esigenza funzionale di illuminazione interna fa comparire una doppia fila di lastre grigliate a schermatura dei serramenti.
La relazione tra i due ambiti privato e pubblico non e' pero' di rigida separazione, ma piuttosto di compenetrazione: sono stati infatti realizzati un Auditorium per circa 210 posti a sedere destinato ad accogliere conferenze, spettacoli, meeting e congressi e piazze scoperte e semiscoperte destinate ad attivita' pubbliche e di pettacolo. L'intero grande spazio "porticato" sottostante il corpo alto dell'edificio CIS e' infatti una sorta di struttura di palcoscenico che ospita attrezzature di regia,illuminazione e diffusione sonora sia per le attivita' che prevedono gli spettatori nella piazza coperta che per le attivita' interne all'Auditorium.

Sistemato ai lati dell'edificio, il verde costituisce l'elemento di aggregazione della nuova sede del CIS al contesto urbano: si propone infatti come continuazione naturale della collina del Santuario di Bonaria e dei viali di palme che caratterizzano il lungomare del centro di Cagliari.
Le due aree sopraelevate che delimitano la piazza occupano una superficie di circa 1770  mq: la scelta del progettista - coadiuvato dagli esperti botanici - è ricaduta sulle palme nane, giudicate idonee sia sotto il profilo dell'armonizzazione con le aree vicine, che in relazione alla loro acclimatazione e conservazione.In corrispondenza dell'ingresso dell'edificio sono state sistemate cinque vasche di Kenzie, mentre su tutta la piazza sono distribuite 46 fioriere con macchia mediterranea (mirto, lentisco e ginepro strisciante).

Un'aspetto interessante riguarda l'impiantistica dove viene scelto di avere un pavimento sopraelevato di circa 70 cm dove concentrare tutte le distribuzioni impiantistiche dell'edificio, evitando di avere negli ambienti altri spazi tecnici quali controsoffitti, contropareti.








 
Bibliografia: Ediliziainrete, Sardegnadigitallibrary